Le scuole materne paritarie del Canavese associate alla Federazione Italiane Scuole Materne (Fism) giovedì scorso hanno nominato Luca Trovato, rappresentante della scuola “Guala” di Caluso, nel Consiglio Provinciale della Federazione. E’ la prima volta di un rappresentante dell’area Canavesana nel direttivo provinciale tradizionalmente affidato ad una quasi totalità di torinesi.
La presenza di ben 4 candidati alla nomina (tutti molto votati e validi, e tutti giovani) segna una rinnovata ricchezza del sistema canavesano delle scuole materne paritarie. Sono decine le scuole materne di origine parrocchiale sorte grazie al grande impegno educativo e sociale verso le proprie popolazioni delle Chiese e delle comunità cattoliche canavesane fin dall’inizio del 1800.
Oggi, strette tra le difficoltà economiche proprie delle attività “private” e alle prese anche con le quasi scomparse vocazioni sacerdotali locali (che rendono perciò impossibilitata l’azione “sostitutiva” del clero), le opere sociali educative verso i piccoli sono un chiaro campo di impegno di laici. D’altra parte le trasformazioni legali e sociali (specie quelle ora imposte dalle legge della “Buona scuola” con sistema educativo 0 – 6 e la riforma degli enti del terzo settore) obbligano ad una profonda modifica: chi si sta impegnando diventa parte necessaria delle classi dirigenti locali, già fonte tradizionale dell’impegno dei laici cattolici del Canavese.
L’impegno complesso per adeguarsi a leggi nuove e dare fronte norme in divenire sia nella forma economica che nelle scelte culturali ispiratrici, rendono questo ambito area di confronto sia nelle istituzioni che nella politica.
E da subito. Con la legge sulla “Buona scuola” alcuni milioni di euro sono già stati destinati alla crescita del “sistema 0 – 6” e passati dal Governo alle Regioni, che hanno provveduto da subito a distribuirli per inventare un sistema di assistenza educativa da 0 a 3 anni, essendo ora l’attuale una assistenza prevalentemente sociale sanitaria.
In Piemonte, sono arrivati ai Comuni (complessivamente almeno 430, di cui oltre una quarantina nel Canavese) fondi per ben 15 milioni e 671 mila 503 euro! Il tutto però sulla base di una ripartizione fondata su vecchi dati non verificati di posti “disponibili” negli asili comunali o convenzionati. Così, hanno avuto soldi Comuni con asili chiusi, mentre le “classi primavera” (per i bambini tra i 2 e i 3 anni) sono state ignorate nella ripartizione e gli anticipatari (tra i 2 anni e mezzo e i tre) dimenticati. Tutto è ora da recuperare e affidato ai rapporti con i Sindaci e gli amministrativi locali. Saranno confronti o conflitti? Si rammenteranno i politici locali delle scuole convenzionate paritarie (che per legge devono essere in parità di condizioni) o si ricorderanno solo dei loro asili comunali? E la destinazione dei fondi per favorire le famiglie dei bambini e non gli edifici (che sono previsti in altri stanziamenti) è studiata? Ci sarà la tradizionale e vecchia contesa tra pubblico e privato o si comincerà a capire che il sistema solo pubblico è fonte del debito statale e non è facile che riesca a produrre efficienza, non consentendo di usare di risorse “volontarie” in convenzioni specifiche?
Ed anche per il terzo settore usciranno norme che terranno conto solo delle esigenze delle grandi cooperative e i grandi enti (dalla Croce Rossa alle Fondazioni Bancarie), o anche delle centinaia di piccole ed autentiche associazioni di volontariato che sono il tessuto della società civile e non sono solo un sistema di potere allargato certamente da controllare se lo si sostiene, ma anche da lasciar crescere e maturare e non certamente per avere volontari a basso costo e false forme di profitto private come alcuni subito dubitano o vogliono. Sistema che per le decine di paritarie private del Canavese (e non solo) è indispensabile con modifiche statutarie e rapporti economici e fiscali nuovi.
Insomma un nuova nomina per una grande e urgente attività, senza dimenticare la delicatissima area di educazione delle giovani famiglie che seguono i loro fanciulli: la sicurezza (anche del Padre Onnipotente!) e i comportamenti fraterni si imparano nell’infanzia e non solo dai “social”.
Ettore Morezzi