(Fabrizio Dassano)

Siamo arrivati vivi a gennaio ma non sappiamo quanto durerà! Lemme lemme è arrivato “gamelióne” (dal greco γαμηλιών, dice il dizionario Treccani), aggiungendo che era il settimo mese dell’antico anno attico, corrispondente alla seconda metà di gennaio e alla prima di febbraio; era sacro ad Era e sembra abbia preso il nome dalle feste gamelie con riferimento alle nozze di Era con Zeus. Poi i romani lo istituirono con la rappresentazione di Giano, dio bifronte che guarda al passato e nel contempo guarda avanti, l’antico protettore delle soglie per esempio, secondo le diverse attribuzioni.

Siccome non c’era proprio niente da festeggiare nel trapasso 2020 – 2021 “gamelióne” è tornato, portandoci il freddo e il gelo per ricordarci che l’inverno rigido torna di tanto in tanto, e con esso tra i tanti problemi si è riproposto quello secolare dell’apertura mattutina del pollaio (come si è peritato di comunicarci l’ex vicino di casa fuggito in campagna), reso ancor più pressante dalla contingenza che l’abbeveratoio gallinico sia totalmente ghiacciato.

Per queste festività, al fine di dare al cortile un tono alla “luci d’artista” (più stile “lockdown & confinamento” che “country & campagna”), l’ex-vicino aveva anche sistemato una luminaria a luci intermittenti sul pollaio. Però il gallo, evidentemente disturbato, ha iniziato a cantare non più alle 5 del mattino, bensì alle 4. I vicini di casa che in dieci mesi aveva appena intravisto, dopo il periodo di canti gallici anticipati durato dall’8 al 31 dicembre, hanno deciso la rappresaglia per la notte di Capodanno: un’enorme “Vergeltung-swaffe 2” (arma di rappresaglia tipo 2) camuffata da fuoco artificiale, è stata lanciata e fatta esplodere alla mezzanotte del 31 sul suo cortile.

Ma le notizie che arrivano sempre con il nuovo anno vedono il Piemonte, per la prima volta dal 1970 (!) scendere la classifica e diventare l’ultima regione del benessere del Nord: dal Risorgimento all’Insabbiamento! Lo dice l’economista Mauro Zangola, calcolatrice e dati Istat alla mano: il Piemonte ha perso ogni primato, è il fanalino di coda del distretto industriale e tecnologico, ultima regione del nord in materia di occupazione di giovani e donne, e in quanto a benessere vaga ormai ramingo nei gironi di Marche, Umbria e Toscana. Vede lontanissimi in fuga, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli e Veneto, cioè in pratica tutto l’ex Lombardo-Veneto austriaco. Un dato per tutti: nel biellese hanno chiuso negli ultimi 10 anni qualcosa come 3mila aziende.

E se fosse meglio allontanarsi un po’ dall’ansia da prestazione e mettersi invece ad allevare galline da “terra&pollaio” come il mio ex vicino di casa? Il Piemonte in poco tempo avrebbe il primato della produzione mondiale dello zabaione e detterebbe anche i prezzi di mercato del lombardo di Livigno: il bombardino!