Arrivò negli Stati Uniti nel 1982, “scoperto” da un talent scout che si era accorto della incredibile altezza dei Dinka del Sud Sudan. La data di nascita fu deciso che fosse il 16 ottobre 1962. Analfabeta e ignorante di ogni tecnica cestistica, divenne famoso più per le sue dimensioni che per le sue prodezze.
Nella NBA, il principale campionato professionistico negli USA, non c’era nessuno che arrivasse ai 2 metri e 31 centimetri! Finì la sua carriera con più stoppate che punti realizzati: era troppo esile e leggero per contrastare giganti come Abdul-Jabbar, Malone o Barkley. Dopo dieci stagioni negli Usa, giocò in Italia, senza fortuna, a Forlì, nella stagione 1994-1995.
Manute Bol era nato nel villaggio di Turalei. Il mistero avvolge la sua gioventù. Di certo si conosce l’altezza della madre, 208 centimetri, e del padre, 203. Si narra che il bisnonno fosse alto 239 centimetri. Il suo trasferimento negli USA fu traumatico, perché l’ideale di vita per i Dinka è vivere con le proprie mucche con entusiasmo e coraggio. Abbandonare il villaggio e la tradizione è un atto vergognoso. Eppure Manute Bol raccontava, con convinzione, di aver ucciso a 15 anni un leone con la sua lancia (fatto mai verificato) proprio per difendere villaggio e mucche.
Dopo il lungo peregrinare, tra alti e bassi, ritornò in Sudan. Il governo lo voleva nominare ministro dello Sport, a condizione che si convertisse all’Islam. Manute Bol rifiutò sdegnato e rimase cristiano. Da allora intensificò le sue opere umanitarie e si dedicò alla famiglia.
Si ridusse in miseria, ma mantenne sempre una grande dignità. Per sostenere la lotta del suo popolo contro l’oppressione dei sudanesi del nord visse in esilio in Uganda, da dove più facilmente poteva operare. Mi capitò di premiarlo con una medaglia nel corso di un torneo dilettantistico a Kampala: ammetto che dovette piegarsi molto profondamente di fronte alla mia umile taglia. Morì nel giugno 2010 negli Stati Uniti, ma la sua vita motivò centinaia di giovani sudanesi a combattere per la libertà e a praticare il basket.
Avevo già raccontato della miracolosa qualificazione del Sud Sudan ai mondiali di basket del 2023, ma con gioia ho appreso che i seguaci di Manute Bol saranno presenti anche alle Olimpiadi di Parigi. Un piccolo miracolo.