Attraverso un “Sillabo” costruito con il coinvolgimento di circa 40 stakeholder (ovvero soggetti portatori di interesse diretto o indiretto) e suddiviso in 5 macro-aree di contenuto, per la prima volta nella scuola italiana viene introdotta l’educazione all’imprenditorialità. Il Ministero dell’Istruzione ha recentemente inviato alle istituzioni scolastiche il materiale: il Sillabo è intitolato “Promozione di un percorso di educazione all’imprenditorialità nelle scuole di II grado statali e paritarie in Italia e all’estero” e gli istituti saranno accompagnati nella costruzione di percorsi strutturati per dare agli studenti la capacità di trasformare le idee in azioni attraverso la creatività, l’innovazione, la valutazione e l’assunzione del rischio, la capacità di pianificare e gestire progetti imprenditoriali.
Abbiamo chiesto qualche anticipazione in merito a questa nuova iniziativa alla dirigente degli istituti superiori “Botta” e “Cena” di Ivrea Lucia Mongiano.
Professoressa Mongiano, è arrivato il documento nelle vostre scuole?
C’era la news sul sito del MIUR e la diffusione stampa… Il documento vero e proprio non ci è ancora stato trasmesso. Ma arriverà.
Ritiene che sarà uno strumento utile?
L’intenzione è assolutamente buona e ha senso formativo. Si vuole in tal modo sollecitare lo sviluppo delle “soft skills”, coniugandolo con la crescita e la conoscenza di sé come persona e come cittadino. Si inserisce certo facilmente nel filone destinato agli ultimi anni delle superiori e si muove in parallelo con il macroambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro, anzi ne fa parte. A dire il vero è una delle forme di educazione che, tarata sui percorsi formativi e sull’età dei discenti, si potrebbe applicare in tutti i momenti dell’apprendimento. Diciamo che essendo documento ispirato da Confindustria si applica ovviamente sull’ultima parte del percorso di istruzione, laddove poi è previsto lo sbocco nel mondo del lavoro o comunque un prosieguo di studi orientato al futuro lavoro.
Come intendete usarlo?
Già negli anni passati il liceo Botta ha ospitato interventi di Confindustria Canavese Giovani di cui uno molto interessante dal titolo esemplificativo “Talento, Passione, Azione”. E’ chiara una finalità “utilitaristica” considerata la provenienza, ma la parola “educazione” spinge a fare considerazioni di più ampio raggio: la scuola superiore è scuola di completamento-consolidamento di una formazione di base: è qui che i giovani adolescenti devono scoprire i loro interessi, le loro inclinazioni e le loro capacità e abilità. Un percorso così indirizzato, come ne stiamo sperimentando tanti nel filone “learning by doing” può servire ad aiutarli a conoscersi e a misurarsi con se stessi e con gli altri, può essere un’opportunità di crescita della persona.
Che aspettative per insegnanti, studenti e genitori?
Questo è forse presto per dirlo. Sarà bene prima leggere bene i documenti.