La posizione dell’ambulante agricolo di San Carlo Canavese che, con l’ausilio di un computer, scannerizzava la marca da bollo e, riutilizzandola più volte, inoltrava le domande di partecipazione alle fiere organizzate nei comuni del ciriacese, è ora al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea. Lo hanno deferito i Finanzieri per truffa aggravata ai danni dello Stato.
E’ stato l’occhio attento di un dipendente del Comune di Ciriè, a far avviare le indagini della Guardia di Finanza di Torino.
Il commerciante, approfittando della procedura semplificata per richiedere la partecipazione alle fiere, provvedeva all’invio tramite posta elettronica delle istanze, apponendo però ogni volta la stessa marca da bollo, che ogni volta veniva annullata a penna indicando una data diversa. Ad essere “annullata” era solo la copia scannerizzata della marca da bollo originale, che veniva utilizzata in ognuna delle occasioni nelle quali il venditore ambulante intendeva prendere parte alle fiere.Il dipendente comunale non si è lasciato ingannare dalla solo apparente regolarità dei documenti ed ha segnalato il fatto all’Agenzia delle Entrate di Ciriè che, a sua volta, ha notiziato la Procura della Repubblica di Ivrea.
I Magistrati eporediesi hanno quindi incaricato i Militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Lanzo Torinese di svolgere indagini più approfondite. Durante gli accertamenti compiuti dalle “Fiamme Gialle”, nel corso dei quali sono state acquisiti tutti i documenti inviati dal commerciante allo sportello attività produttive del Comune di Ciriè, è emerso che non solo tutte le istanze riportavano la stessa identica marca da bollo con lo stesso numero seriale ma anche che le stesse venivano effettivamente “annullate” apponendo la data di utilizzo solo successivamente alla stampa del documento. Tale espediente, oltre a preservare l’integrità del valore bollato originale, consentiva al maldestro agricoltore di aggirare l’assolvimento della tassa al solo scopo di risparmiare alcune centinaia di euro. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, ha già notificato al commerciante l’atto finalizzato al recupero del dovuto.