Per il 2024, all’interno della legge di bilancio, sono stati previsti fondi per l’inclusione delle persone con disabilità o in stato di fragilità per predisporre servizi e attività ad esse specificamente destinate. Ogni Regione ha destinato i fondi a progetti diversi, tenendo in conto i bisogni dei cittadini con disabilità di quel territorio. In alcuni casi, le risorse economiche sono state destinate al periodo estivo per farli andare in vacanza.

Quando una persona con disabilità va in vacanza deve fare i conti con il problema dell’accessibilità. Benché l’abbattimento delle barriere architettoniche sia una vecchia storia, oltre ad essere una vecchia legge, sono ancora troppe le strutture obsolete o quelle che, solo per essere a norma di legge, hanno modificato una sola stanza da letto ed un bagno per i disabili.

La mancanza di accessibilità comporta una limitazione nelle scelte della località: per esempio, nella partenza di gruppo con persone non disabili, o con altri disabili trovando il problema dell’insufficienza delle strutture e dei servizi offerti per loro. Oltre all’inaccessibilità alle strutture ricettive dobbiamo immaginare anche l’impossibilità ad accedere ad una piscina, alle rive del mare o di un lago o ad una visita ad un centro storico o ad un piccolo museo di paese.

Malgrado accompagnatori forti e attrezzati troppo sovente il raggio d’azione vacanziero si restringe enormemente.

Rendere i luoghi accessibili non è solo un principio morale è la possibilità che si concede un territorio di permettere a tutti una condizione di benessere. Chi non vive una condizione di disabilità può usare qualsiasi stanza da bagno, qualsiasi camera da letto anche se queste fossero predisposte tutte per l’accesso alle persone disabili.

Se durante l’estate abbiamo beneficiato del meritato riposo, proviamo ad immaginare che questo bisogno possa essere di tutti, anche di chi vive una condizione di disabilità, accompagnatore compreso. Sono stati superati i tempi in cui si volevano i disabili lontano dagli occhi, reclusi in “strutture apposite”, ma non per questo abbiamo raggiunto una piena inclusione. Per questo si deve ancora far tanto, si ha bisogno di un cambiamento vero del pensiero che vada oltre le leggi e che sappia immaginare luoghi per tutti.