L’Azione Cattolica Diocesana si è riunita domenica 18 settembre ad Inverso presso la Casa Regina del Cielo per l’ultimo incontro estivo di approfondimento della Enciclica “Laudato Si” di papa Francesco.
L’incontro, che era aperto a tutti col titolo “Sguardi per una nuova spiritualità e nuovo modo di vivere”, è stato introdotto dall’assistente diocesano don Piero Agrano, che si è soffermato a disegnare l’intelaiatura del capitolo sesto dell’enciclica, dedicato a “Educazione e spiritualità ecologica”, per scrivere il quale il Papa parte da una lettura critica della situazione attuale.
Citando un articolo di Avvenire del 7 settembre dal titolo “Più sobri. E minacciati”, don Piero si è chiesto se nell’immediato futuro saremo più sobri per necessità o per scelta.
Certo, una virtù può essere imposta per necessità, ma potremmo “scegliere” di essere sobri, e “puntare su un altro stile di vita”, come indica il Papa: il quale, dopo una prima lettura negativa del comportamento dell’umanità catturata dal vortice del consumismo ossessivo che provoca un senso di precarietà incentivante forme di egoismo collettivo, confida nella capacità dell’uomo di “superarsi… e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà” (205).
Ricordiamo che un cambiamento negli stili di vita può esercitare una pressione su chi ha potere politico ed economico e che “acquistare è sempre un atto morale” (affermazione di Benedetto XVI, citata al numero 206).
Affrontando il fattore educazione il Papa critica i “miti” del progresso, riconoscendo però nei giovani “una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso” (209) ed entra nel dettaglio delle linee-guida necessarie a favorire la conversione.
Dalla terza sezione in poi emerge l’aspetto più propriamente etico e spirituale della “Laudato Si”: il cristiano può porsi alla sequela di Cristo per offrire un contributo al cambiamento del mondo (216), con atteggiamenti di riconciliazione con il creato (218) e di gratitudine (il mondo ci è donato), di consapevolezza che si è in comunione con le altre creature, di creatività senza velleità di dominio (220), poiché ogni creatura riflette qualcosa di Dio ed ha un messaggio da trasmetterci.
E per la pace interiore, che è anche armonia con il creato, è necessaria la sobrietà, virtù che emerge in uno stile di vita “profetico e contemplativo”:“meno è di più”.
Meno a livello quantitativ o, e più a livello qualitativo, affinando la capacità di limitare i desideri, operando rinunce non pesanti perché motivate (222-223).
Infine vivere il momento presente, stare davanti al prossimo “senza pensare a ciò che viene dopo” (226), con la consapevolezza che “abbiamo bisogno gli uni degli altri ed abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo” ci porta ad abbracciare il senso di fraternità universale (228-229).
Da qui l’impegno da parte dell’Azione cattolica diocesana di dedicare gli incontri del prossimo anno formativo alla “Fratelli tutti”.
All’incontro è intervenuto anche Nino Maruelli del Movimento dei Focolari per approfondire i capitoli V e VI della Laudato Sì.
“Ho meditato sullo scopo di questi incontri – ha detto Maruelli – che è il dedicarsi ‘insieme’ a pensare, superando la cultura corrente del pensiero unico veicolato dai media. Questi incontri puntano a farci riflettere insieme per capire l’Enciclica e tradurla in vita. Al capitolo quinto ho notato che nei 5 paragrafi c’è sempre la parola ‘dialogo’: una parola ricorrente anche nella proposta del cammino sinodale con il suggerimento per viverlo iniziando con l’ascolto. Ma quanto è difficile stare attento a quanto l’altro mi dice che magari mi pare senza senso, scontato… Ed ecco il suggerimento che Chiara Lubich mi ha dato: l’altro è Gesù, devo ascoltare ciò che mi dice pensandolo proveniente da Gesù, cioè dall’Amore, pronto a perdere tutte le mie idee, fare il vuoto! Poi, se lo Spirito Santo suggerisce, e lo fa per quanto sono capace ad essere amore, posso parlare”.
Il titolo del capitolo 5 recita “Alcune linee di orientamento e di azione”: Sono le indicazioni di come vivere i rapporti da cristiani che ognuno può fare proprie per sé e per i prossimi che attendono l’occasione per camminare insieme”, ha sottolineato Nino, raccontando poi alcune testimonianze di cammini diversi ma tutti miranti alla fraternità.
Nell’approfondimento del capitolo VI (“Educazione e Spiritualità ecologica”), Nino Maruelli ci ha detto di aver trovato “una indicazione concreta per la mia vita: Chiara Lubich ci consigliava di vivere ‘in terra a mo’ della Trinità in cielo’, cioè vivere l’amore reciproco che ha come conseguenza la presenza di Gesù fra noi. Con Gesù abbiamo lo Spirito Santo che ci illumina su come vivere il quotidiano e ci dona la Sapienza per le scelte di vita che determinano anche il benessere dell’umanità e del creato. Essere nell’amore, essere amore è una possibilità di vita buona fra noi umani e nei riguardi del creato, per essere quell’uomo nuovo di cui Gesù è stato il primo esempio. Le linee guida le abbiamo, il Papa ci chiede di educarci ad una spiritualità non individualista, che ci dia la spinta ed ‘il coraggio di abbracciare il mondo’. Ma, per allargare le braccia fino ai confini della terra, dovremo perdere le nostre le certezze, i pregiudizi, il nostro sentirci i prescelti, quelli che hanno la verità in tasca, e predisporci a cambiare mentalità. Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra per bruciare il vecchio, perché dalla terra bruciata possa nascere vegetazione nuova e anche diversa. Gesù vuole la nostra realizzazione umana, ed il Papa ce lo fa capire. Abbiamo in noi potenzialità immense che anche gli studiosi stanno scoprendo”.
Una parola molto usata ultimamente è “interconnessi”, cioè senza barriere, e questo incontro ne è stato un esempio: ci alimentiamo l’un l’altro, ci stimoliamo l’un l’altro ad essere umani con la passione per l’Uomo Nuovo che sa di rischiare la croce, ma sa, come diceva la Lubich, che “l’Amore vale” in tutte le espressioni della Vita.