SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tutti mangiarono a sazietà

(di Sr Serena e Sr Valentina, Monastero di Lugnacco)

I Padri dicono che da quando Adamo ed Eva hanno peccato, prendendo dell’albero, l’uomo ha sempre cercato un altro frutto in grado di dargli la vita, andando di albero in albero, di frutto in frutto, di peccato in peccato, perché il cibo in grado di darci una vita divina non c’era, e anche il frutto esteticamente perfetto si rivelava un inganno.
Nell’Incarnazione, così come evidenziano le icone della Natività, Dio stesso si pone nella mangiatoia perché quando l’uomo verrà a cercare cibo, possa trovare il Figlio che si fa pane, cibo per lui, pronto per essere la Vita della nostra vita. La croce stessa sul Golgota diviene per i cristiani l’albero della vita.

San Francesco, che leggeva e meditava i Padri soprattutto a partire dalla Liturgia, oltre che dagli studi compiuti in gioventù a san Giorgio, pone nella mangiatoia di Greccio il Santissimo Sacramento, perché ciò che si è compiuto a Betlemme e poi nel Cenacolo si compie nella Chiesa.

Il Vangelo di Luca ci racconta la preoccupazione dei Dodici: Siamo in una zona deserta, congeda la folla perché possa andare e trovare vitto e alloggio. Il Signore Gesù rovescia la prospettiva: “Voi stessi date loro da mangiare”, il greco recita: “Date loro da mangiare voi!”. Nel momento in cui il Signore ci affida un compito, compare tutta la nostra inadeguatezza: abbiamo solo 5 pani e 2 pesci, nemmeno bastano per noi, a meno che non ci indebitiamo per comprare da mangiare per tutti…

Obbediamo e facciamo sedere tutti, a gruppi di 50, il numero massimo di persone consentito nelle prime assemblee cristiane. E il Signore prende il poco che abbiamo, 5 miseri pani e 2 soli pesci, si rivolge al Padre e recita la benedizione, li spezza e li da a noi perché li distribuiamo. Tutti saranno saziati. Avanzeremo 12 ceste, sempre.
Perché il dono di Dio non viene meno, né viene meno la possibilità della comunione con Lui e tra di noi. Ed ecco che le invocazioni nella Celebrazione dell’Eucarestia sono due: una sul pane e il vino perché divengano Corpo e Sangue di Cristo, e l’altra sull’assemblea, su di noi, perché diveniamo Suo Corpo. Una cosa sola con Dio, una cosa sola tra noi. Non è difficile oggi, purtroppo, anche solo da una tastiera, attaccare, criticare, dividere e porsi così fuori dalla comunione con il Signore e con la Chiesa. Che peccato! Ancora una volta, questi hanno sbagliato frutto.

Ma facciamo attenzione a noi stessi: il Corpo e il Sangue del Signore ci fanno sacramento di unità per il mondo, non sprechiamolo: “Date loro da mangiare voi!”. Ciò che abbiamo ricevuto, Colui che sempre riceviamo senza alcun merito nella celebrazione dell’Eucarestia, chiede di raggiungere ciascuno, in obbedienza creativa e con gioia.
Comprendiamo a posteriori la pedagogia della Chiesa: la Pentecoste ci ha aperto alla comunione nella Trinità, la Trinità ci porta nel mistero della comunione del Corpo e Sangue del Signore, comunione che non può essere già per definizione individuale, può accadere invece nella misura in cui, sotto l’azione dello Spirito, nella dinamica trinitaria della vita, offriamo ciò che abbiamo ricevuto. Tutto il mondo, che lo sappia o meno, ha fame di Lui. “Date loro da mangiare, voi!”.

(Lc 9,11-17) In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.  Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.