(Filippo Ciantia)

La sua testimonianza, la semplicità e la certezza ci avevano entusiasmati. Un laico, nel senso sano del Christifidelis laicus, sposato con figli, impiegato in banca, prima di essere rapito dal piano di Dio, Ernesto Olivero, un anno fa, alla fine del suo racconto ci aveva invitato ad andare a trovarlo a Torino, presso il suo “Arsenale”.

Un piccolo gruppo aveva cominciato a seguire questo “strano” uomo che voleva costruire la chiesa di Dio con i giovani e non per i giovani. Ernesto, un po’ come il profeta Giuseppe, sognava e capiva i sogni. Sognavano di fare del vecchio Arsenale la loro casa. Chiesero di poterlo rinnovare e usare. Finché le autorità non concessero il comodato, tutte le sere si riunivano a recitare il rosario di fronte all’enorme complesso abbandonato. Ci voleva, però, un miracolo per rendere abitabile quel luogo. Come i monaci medievali e San Francesco nella chiesa diroccata di San Damiano, Ernesto e i suoi ragazzi si rimboccarono le maniche, coscienti che mettersi al lavoro “con le nostre mani, ma con la Sua forza”, permette a Dio di far germogliare anche oggi dai ruderi luoghi di vita bella e accoglienza libera. Oggi dove si costruivano le armi per guerre c’è un luogo dove si costruiscono le persone, si placano i conflitti personali e sociali, dove si cura e si ospita, dove si studia e si prega, dove si celebrano matrimoni e battesimi, dove si accoglie chi non ha dimora.

Ernesto ci ha dato il benvenuto: eravamo oltre 130, venuti da tutta Italia per riflettere sulla nostra attività di servizio ai poveri. Ha iniziato facendoci pregare l’Ave Maria, per poi raccontarci la storia straordinaria della sua preghiera a Maria “Madre dei Giovani”, la preghiera che gli ultimi tre papi hanno fatto propria, nella sua novità: nessuno aveva mai chiamato Maria madre dei giovani!

Recitando l’Ave a Maria, ho pensato che Ernesto stava anche salutando l’altra “sua” Maria, la sua sposa che lo aveva lasciato dolcemente pochi giorni prima per salire dall’altra Maria, la madre dei giovani. Maria Cerrato, nei suoi ultimi istanti terreni, ha detto ai suoi cari: “l’importante è volerci bene, perché solo l’Amore, sconfigge i mali del mondo”.
“La vita in un attimo”: quell’attimo in cui, nel silenzio, sei preferito.