Cari bambini, vorrei avere il tempo di scrivere a ognuno di voi, come voi avete fatto nei miei riguardi. Siete stati cari e domenica, come in tanti momenti trascorsi insieme, mi avete resa felice”.

È questo l’incipit della lettera autografa che la maestra Carmen Riviera aveva scritto ai suoi ultimi alunni prima della pensione, nel giugno 1985.

Carmen se n’è andata la scorsa settimana, a 87 anni di età, più di 30 dei quali trascorsi fra banchi, cattedre e lavagne.

Era approdata a Verolengo nei primi anni ‘70 dopo la gavetta fatta in una sede in collina, che raggiungeva con il motorino, poi ad Arborea: ma aveva già l’auto, la Cinquecento, sulla quale caricava i suoi tre figli che frequentavano le scuole lì.

Era un’insegnante molto preparata, ben disposta verso alunni e colleghe; aveva un carattere solare e un piglio deciso e ha insegnato alle sue scolaresche ad affrontare non solo gli studi successivi, ma anche la vita.

Ne parla così Ermanna Gillia, che è stata sua allieva. “Della maestra Carmen come non ricordare il sorriso, la pazienza, le sue innovazioni! Nella scuola di Arborea frequentavamo in 41, in pluriclasse, lei ci faceva fare le frittelle a Carnevale, ci portava in passeggiata al Piccono e ci lasciava raccogliere i fiori lungo le rive per metterli sulla cattedra. Aveva inventato il quaderno del tempo libero dove ognuno di noi scriveva i suoi pensieri, le sue esperienze… Li portava a casa una volta al mese e scriveva sotto: ‘Brava! Coraggio!’. Andavo a trovarla con mio marito, quando era già in pensione e le portavo i canestrelli e una rivista di cruciverba. La sua felicità andava alle stelle ed era difficile venire via”.

Il marito di Carmen gestiva un negozio di elettrodomestici e articoli da regalo in corso Delio Verna, sotto i portici di Verolengo: lei non disdegnò mai di dargli una mano, e quando ancora era in servizio passava il pomeriggio in negozio.

D’altra parte i docenti non erano tenuti a riunirsi almeno un pomeriggio a settimana e a discutere di aria fritta… come accade ora!

Livia Santa la ricorda così: “L’ho conosciuta nel suo negozio; la mia futura suocera era sua amica e, dovendo fare la lista nozze, per il mio matrimonio, mi accompagnò da lei. Allora le liste nozze non si compilavano nei grandi magazzini o on–line, ma ci si affidava a qualcuno che si conosceva e poteva consigliarti. Ricordo il suo sorriso e la sua competenza nel presentare piatti, bicchieri, pentole, elettrodomestici. Vendeva con la sua esperienza di donna di casa, con i piedi per terra, e come chi ha visto passare tante ragazze piuttosto inesperte di attrezzi da cucina”.

Dopo la chiusura del negozio iniziò a frequentare la locale Uni3, amava moltissimo leggere, era sempre aggiornata sulle novità editoriali.

Chi scrive non ha mai insegnato a Verolengo, ma ha avuto modo di conoscere Carmen perché ci si trovava ai collegi docenti o alle programmazioni; e l’ha stimata per tutte le sue buone qualità e competenze.

Grazie, maestra Carmen!

Il Signore ti dia la pace del riposo, la pace della festa, la pace senza sera.

Franca Sarasso

Redazione Web