Una S.Messa, quella del 7 dicembre scorso al Santuario della Madonnina di Verolengo, nel corso della quale si è ritagliato qualche momento – peraltro, a modesto parere di chi scrive, con grande equilibrio liturgico – a tutta prima dedicato alla presentazione di fatti materiali.

Fatti che rappresentano altrettanti pregevoli risultati da più punti di vista: storico, architettonico, artistico, funzionale, financo della prevenzione e sicurezza dei luoghi.

 

Si tratta dell’inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della chiesa, che porta con sé anche la completa revisione della nervatura elettrica a servizio.

 

Si tratta dell’inaugurazione di uno splendido organo (più oltre la descrizione tecnica) donato da una benefattrice ed installato nell’area dedicata ad ospitare la corale; una dotazione che contribuirà ad animare le liturgie:

La Chiesa ha il suo strumento musicale tradizionale, l’organo, il quale, per la sua meravigliosa grandiosità e maestà, fu stimato degno di secondare i riti liturgici, sia accompagnando il canto, sia durante i silenzi del coro e secondo le prescrizioni della Chiesa, diffondendo armonie soavissime” (dalla Costituzione apostolica “Divini cultus sanctitatem” di Papa Pio XI).

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Di questi fatti diremo ancora tra qualche riga, ora preceduta da ciò che di preliminare e, insieme, di ulteriore, ci pare mettano in luce e che rappresentano, dal punto di vista della comunità ecclesiale, della vita reale del popolo di Dio e dei suoi Pastori, gli eventi davvero rimarchevoli, illustrati in questo momento di partecipazione comunitaria.

Eventi che vedono al centro le persone.

Le persone sono sempre più importanti delle cose, perché sostenute dallo Spirito, sempre più forte della materia che ne segna, o segnala, il limite.

Dunque, le persone.

Vogliamo iniziare da un giovane (poi vedremo che i giovani saranno anche altri, i cresimandi) che sta crescendo bene, anche per come si annuncia capace di dare lustro, in un futuro non lontano di promettente Artista, a tutta la comunità.

Non è la prima volta che abbiamo potuto ascoltare il giovane studente del Conservatorio, Emanuele Racco, mettendo a repertorio i vari servizi tra Chivasso e Verolengo, seguendo con attenzione anche registrazioni realizzate in altre sedi.

Nel filmato che proponiamo – a documentare la Liturgia del 7 dicembre – ci propone tra l’altro l’esecuzione di un non facile brano di J.S.Bach: “Preludio e Fuga in Si minore BWV 544”.

Purtroppo non sempre siamo riusciti a tradurre sulla pagina web e sul canale di You Tube  le sue esecuzioni (ma sono sempre in archivio…chissà), per una ragione che, – se da un punto di vista anatomico – non rappresenta una novità (abbiamo solo due mani), da quello lavorativo produce i noti effetti limitanti cui è, invero, difficile rimediare.

Cogliamo allora – e siamo certi che i Lettori di Chivasso e Verolengo, ma non solo, condivideranno – questa occasione per riassumere sentimenti e convinzioni che da tempo restavano inespressi a proposito di Emanuele: siamo in presenza di un vero talento di cui sentiremo certamente parlare ancora.

Un talento sostenuto da una virtù rara: quella dell’umiltà.

Se è vero, infatti, che le nostre qualità sono sempre un dono della Provvidenza, è altrettanto vero che l’umiltà, quando c’è, è un merito tutto nostro.

In calce a queste righe sarà proprio Emanuele a riassumere le caratteristiche tecniche salienti del nuovo organo che nel filmato ascoltiamo, preceduto dalla benedizione impartita allo strumento dal Parroco, Don Valerio D’Amico.

E’ nata una stella, dunque?

Chi scrive ne è convinto, anche se certamente l’interessato non si pone il problema, mettendo impegno nello studio per diventare un ottimo professionista e concertista.

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Altre persone.

E’ la gente di Verolengo.

Non solo del paese, se è vero che lo “share” spirituale del Santuario va ben oltre i confini comunali, per estendersi – da una parte – alla provincia e Diocesi di Vercelli, a Casale Monferrato e Casalese e, dall’altra parte, ad un’ ampia area del territorio della Città Metropolitana di Torino.

Ma sicuramente il Santuario è sentito come proprio patrimonio dai parrocchiani di Verolengo, della Zona pastorale, della Vicarìa affidata alle cure di Don Davide Smiderle.

Popolo che dimostra di sentire proprio questo luogo così permeato di storia e di spiritualità, luogo identitario nell’accezione più virtuosa e “calda”, diremmo “inclusiva” della parola, certo non refrattario a riflessi importanti anche dal punto di vista culturale.

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Ma quest’ultime – quelle culturali – sono iridescenze a proposito della quali – ci sia permesso ancora qualche riserbo per una prossima “sorpresa” – ci prepariamo a “fare il botto” nella prossima Primavera.

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Ebbene, questa cura così amorevole per il proprio santuario non si esprime solo a parole: è proprio la gente, sono i parrocchiani, che si stanno assumendo l’onere delle spese che sono state necessarie per questa ristrutturazione.

Anche di questi aspetti ci parla – con la voce del Parroco – il filmato che offriamo a corredo del servizio.

Parole che mettono nella giusta evidenza anche il contributoanimato da una disponibilità ben ulteriore a quella del semplice dovere professionale offerto sia dalla Impresa realizzatrice delle opere, sia dei progettisti, giovani Architetti ed Ingegneri, che hanno assicurato le necessarie competenze perché ogni cosa fosse non solo rispettosa delle norme, ma anche traguardata con lungimiranza, concepita per proiettare nel tempo la durata delle soluzioni tecniche e delle opere.

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Ancora persone.

Le abbiamo lasciate per ultime, ma non certo per importanza.

Si tratta, come è facile immaginare, del Parroco don Valerio e del Vicario Foraneo, Don Davide Smiderle.

Che nel filmato è citato non solo come confratello ed amico, ma – appunto – nel suo ruolo diocesano, di delegato del Vescovo per questa così viva comunità pastorale.

Con loro il Diacono permanente Don Emanuele Fusaro che – non guasta certamente – non ignora certamente i saperi dell’Elettricista.

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Le cose materiali, dunque, per quanto importanti siano (l’organo, le luci, l’impianto elettrico) sarebbero destinate a restare inerti ed anche sterili, se non ci fosse quel “supplemento d’anima” che soltanto persone di buona volontà, sinceramente dedite al perseguimento del bene comune, guidate da Sacerdoti sapienti e coerentemente votati alla loro missione, assicurano.

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Nel corso della Celebrazione, come abbiamo anticipato, sono stati presentati anche i ragazzi e ragazze cresimandi, che avrebbero ricevuto il Sacramento della Cresima, qualche giorno dopo, dalle mani del Vescovo (ora Amministratore Apostolico) Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

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Ora seguiamo Emanuele Racco che ci presenta il nuovo organo del Santuario.

ll nuovo organo del Santuario della Madonnina in Verolengo fu costruito nel 1969 ad opera della ditta “Emil Hammer Orgelbau” di Hannover. L’organo, prima del trasferimento, si trovava a Lünen, una città della Germania del Nord, nei pressi di Dortmund.

Lo strumento è costituito da due manuali (tastiere, ndr) di cinquantasei note ciascuno e una pedaliera di trenta note.

È dotato di sette registri per un totale di circa cinquecento canne.

Per caratteristiche costruttive, quest’organo è pensato per l’esecuzione del repertorio barocco tedesco, che ha come massima espressione la musica di J. S. Bach.

Grazie alla sapienza degli organari che l’hanno concepito, il nuovo organo del Santuario è in grado di esprimere appieno il vero significato di strumento sacro per eccellenza, principe della liturgia, “il cui suono – per ricordare le parole del Concilio Vaticano II – è in grado di aggiungere mirabile splendore alle cerimonie della chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle realtà supreme”.

In conclusione, come organista titolare, tengo particolarmente a ringraziare don Valerio D’Amico, parroco di Verolengo, per la costante fiducia e per avermi affidato questa grande responsabilità; la devota del Santuario che ha generosamente donato questo prezioso organo; Gabriele Coggiola per l’organizzazione del trasporto e il M° Sebastiano Domina per il rimontaggio dello strumento.

Emanuele Racco

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