(Filippo Ciantia)
Mi è molto cara via Strambio a Milano.
Gaetano Strambio fu il primo direttore dell’ospedale per malati di pellagra voluto da Giuseppe II d’Asburgo a Legnano nel 1784. Allora la pellagra era considerata una malattia contagiosa. Non curata portava alla morte in pochi anni. Brillante medico, nativo di Cislago un paese molto vicino alla mia Venegono, dimostrò che non era per nulla dovuta ad una epidemia, quanto alla carenza di una buona alimentazione e quindi legata alle condizioni miserevoli in cui vivevano le popolazioni contadine.
Famose le sue forti denunce contro lo sfruttamento dei contadini da parte dei proprietari terrieri. Lombardia patria della Medicina sociale e del lavoro!
In via Strambio venivo regolarmente tutti gli anni quando tornavo in vacanza dall’Africa, per visitare Marzia e la figlia Elena. Insieme ad un gruppo di cari amici, Marzia aveva voluto ricordare con una borsa di studio il genio e l’umanità del marito, il fisico-matematico Alberto Frigerio, scomparso prematuramente mentre iniziava una brillante carriera accademica.
Grazie a questa iniziativa la memoria di Alberto vive in due giovani donne ugandesi, cresciute in situazioni difficili ed estreme.
Agnes, compagna di scuola delle mie figlie a Kitgum nel nord Uganda, durante la guerriglia degli anni ‘90, fu rapita dai ribelli e ridotta a bambina-soldato. Fuggita in circostanze rocambolesche, decise di studiare legge per poter difendere ed aiutare i bambini da ogni abuso. Con l’aiuto di Marzia e amici, si è laureata in Legge e si dedica alla difesa dei diritti dei minori a Kampala.
Dorothy cresce in una famiglia numerosa, emigrata a causa della guerra nella capitale dell’Uganda. Tanti figli, tanta gioia, e tanto impegno per offrire loro una educazione e quindi un futuro. Nata da una gravidanza non attesa, ma custodita nonostante le paure e grazie alla nostra amicizia, la considero una mia figlia, cresciuta in un’altra famiglia, la sua. Oggi con un master in “gestione dell’ambiente” può guardare con speranza al futuro, pur sempre difficile.
Sono tornato in via Strambio, per una cena con Marzia e i suoi amici. Anche Elena non c’è più. Rimangono la gratitudine, l’amicizia e la memoria di Alberto che rivive ancora nel cuore dell’Africa e nei nostri cuori, con Elena.