La mattina del 16 marzo una folta delegazione di vichesi, capeggiati dal sindaco e dal parroco, si è recata a casa di Iolanda Gaido che proprio in quel giorno compiva cento anni.

Le espressioni di augurio pronunciate da don Matteo Somà e dal sindaco Giuseppe Gaido sono state colme di sincero affetto: il primo cittadino ha anche consegnato una pergamena alla signora, la quale ha accolto tutti con estrema dolcezza e con sguardo sereno e rallegrato.

Il bell’attestato portava questa iscrizione: “A Iolanda, auguri e felicitazioni per il traguardo raggiunto. Con affetto e gioia da parte mia e dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco”.

Iolanda Gaido è nata il 16 marzo 1923 a Trausella, figlia di una ragazza madre la quale ebbe non poche difficoltà a causa del suo stato nell’epoca in cui visse.

Ancora in tenera età, Iolanda venne accolta negli istituti di suore di Caluso prima e di Mercenasco in seguito, nei quali potè ricevere anche i rudimenti dell’istruzione scolastica.

Già ragazza, tornò in Valchiusella per “andare a servizio” in una casa di Inverso ed in seguito sposò Pietro Arnodo dal quale ebbe due figlie, Maria Adalgisa e Clementina.

Iolanda è sempre stata abituata al lavoro duro, alla vita di campagna pratica e semplice ma senza soste, una vita di sacrificio, però carica di amore.

Oggi Iolanda abita con una delle figlie, col genero e un nipote all’ultimo piano del palazzetto che sorge sul lato ad ovest della piazza principale di Vico, amorevolmente accudita da entrambe le figliole

. È nonna e bisnonna, anzi, da più di un anno può anche fregiarsi del “titolo” di trisnonna.

Dal balcone di casa può vedere la parte alta del paese dove abita la signora Edi Boninsegni, la quale veleggia sicura verso il suo centounesimo compleanno che sarà a giugno.

Possiamo tranquillamente dire che Vico, in questo 2023, è il paese delle due centenarie.

Entrambe, penso, hanno facoltà di guardare con soddisfazione il presente, conservare nell’animo il passato e sottoscrivere ciò che scrisse Cesare Pavese ne “Il mestiere di vivere”: “Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”.

Andrea Tiloca

Redazione Web