La Basilica della Natività a Betlemme dista pochi minuti in auto dal convento delle Suore Dorotee, che gestiscono l’istituto per sordomuti Effata, voluto da Paolo VI durante la sua visita nel 1971, colpito dalla necessità di far giungere la parola, di Dio e degli uomini, a tanti bambini che altrimenti rimanevano isolati da tutti e da tutto. Il 14 ottobre Papa Montini sarà proclamato santo e la piccola chiesa del convento necessitava una “rinfrescata”. Antonio viene contattato dalle suore che lanciano l’appello: “Dobbiamo essere pronte con una chiesetta degna del Santo Paolo VI che ha voluto questa scuola, esempio di integrazione, ospitando cristiani e soprattutto mussulmani”. Antonio, detto “Vigore” per la sua energia, non perde tempo: organizza un gruppo di imbianchini e operai, e in pochi giorni sono a Betlemme dove hanno a disposizione solo 15 giorni per dipingere tutta la chiesa e per lavori di ogni genere. C’è anche da procurare il materiale da costruzione e le vernici, passando ogni giorno tre check point.
Antonio invita i due giovani imbianchini a messa. La chiesa delle suore è inagibile e si deve andare alla Basilica della Natività: le suore possono andare in auto, ma gli altri devono andare a piedi. Da anni non praticano, ma accettano. Sono 30 minuti di cammino spedito. Così per una settimana, poi si può riprendere la messa nel convento. Ma i due imbianchini continuano ad andare ogni mattina sul luogo dove è nato Gesù, da soli, fino alla partenza. Per Antonio è un miracolo, forse di San Paolo VI, che ha permesso che si aprissero le orecchie alla parola di Dio a due giovani dopo tanti anni di lontananza dalla chiesa.
Antonio ha imparato dai suoi genitori a vivere la vita come miracolo. “Mi ricordo quando morì un vitello: per la nostra famiglia di contadini era un disastro. La stessa sera venne a trovarci un missionario comboniano e alla fine della cena, mio papà gli diede tutto quello che aveva, per le sue attività in Africa. Io e mamma ci guardammo increduli! Quella stessa notte un’altra vacca partorì due vitelli gemelli: non ci eravamo accorti che era gravida!”
Il Signore ripaga con generosità moltiplicando il poco che abbiamo. Bisogna dare: la forza dello Spirito risponde al nostro “vigore”.
Filippo Ciantia