E’ sempre un piacere partecipare ai momenti di preghiera che le comunità parrocchiali di Villareggia, Mazzè, Tonengo e Barengo vivono al Santuario del Trompone di Moncrivello.

Luogo di spiritualità che – è vero – per qualche metro è in Diocesi di Vercelli, ma rappresenta un confine che, invece di dividere, unisce la Chiesa eporediese e canavesana con quella eusebiana.

E di questa unione spirituale e pastorale, profonda e tanto più feconda anche perché vissuta con amicizia, le Parrocchie affidate alla cura pastorale, sapiente e zelante di Don Alberto Carlevato sono un esempio edificante per tutti.

Oggi, domenica (come sempre nella Ottava di Pasqua) si è celebrata la Festa Patronale della Vergine Potente del Trompone, con un ricco programma di iniziative comunitarie, organizzato dai Silenziosi Operai della Croce, cui da molti anni (almeno dai tempi dell’illuminato Arcivescovo di Vercelli, Mons. Albino Mensa) il pio luogo è affidato.

Ma – proprio a proposito di “cerniera” pastorale – nei giorni della novena e poi nella S.Messa di questo pomeriggio, sono stati protagonisti i fedeli guidati da Don Alberto.

Domani, lunedì, conclusione di questi giorni di intensa spiritualità e memoria, con la celebrazione presieduta dal Pastore della Chiesa Eusebiana, Mons. Marco Arnolfo.

Il sabato di novena, dunque, ha visto i pellegrini delle quattro Parrocchie partire da Villareggia e percorrere in processione i pochi chilometri che separano le loro comunità dal Santuario.

Alle 20,30 la S.Messa presieduta da Don Johnny Loureiro de Freire, Moderatore Generale dei Silenziosi Operai della Croce.

Nel video messo a repertorio, ne riportiamo integralmente l’omelia (già dettata sulle Letture della Domenica: (At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31) e, tuttavia, capace altresì di richiamare assonanze con quelle proposte dal lezionario del sabato 15 aprile.

Soprattutto il testo di At 4, 13-21 da due millenni ci mette a contatto con un proposito che a tratti emerge nella Storia, così come nelle storie delle nostre comunità, ma che è sempre latente: ”proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome.
Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù”.

Sappiamo che risposta diedero due “persone semplici” come gli Apostoli Pietro e Giovanni.

Una risposta che interroga sempre ciascuno di noi: come rispondiamo, come risponderemmo se minacciati di non parlare “in alcun modo” nel nome di Gesù?

E’ una situazione così lontana dall’esperienza di una società come la nostra, secolarizzata, alle prese con quella che il Santo Padre Benedetto XVI ha chiamato “dittatura del relativismo”?

Certo, in qualsiasi contingenza storica, anche quando può diventare pericoloso “parlare” di Gesù, annunciarne la resurrezione, è sempre possibile comunicare con la nostra testimonianza di vita.

E forse è proprio questo che la Vergine Maria, “padrona di casa” di questo Santuario edificato sul luogo ove volle rivelarsi, per la guarigione di una povera donna “semplice”, ci aiuta a fare, ci chiede di fare: testimoniare soprattutto con la nostra vita la verità della Fede.

La fiaccolata alla Grotta di Lourdes ricostruita nel giardino del Santuario conclude la prima parte del video, che offre altresì qualche scampolo dei bellissimi canti preparati dalla Corale interparrocchiale, diretta dalla Signora Viviana Gerardi; all’organo il Maestro Francesco Gianetto.

Ora vi lasciamo con il video e la gallery che riprende qualche scorcio di questo incomparabile luogo di preghiera.